venerdì 25 febbraio 2011

Cent'anni di solitudine

"lei riconobbe immediamente il pianto più antico della storia dell'uomo"

Non so in che modo questo libro sia riuscito a prendermi nei suoi ingranaggi, ma ora non riesco più ad uscirne, e il tempo gira gira ma è sempre lo stesso, eros e thanatos, vecchi ultracentenari che spirano in posizioni fetali, guerra e quei colori e quella velocità e quel caldo sudamericano, un groviglio indistricabile, l'inizio che è la fine e il contrario, i santi sugli altari, le prostitute, le vergini, i soldati e i morti sempre più vecchi, sfocati nella morte dentro la morte, i presagi, i vermi al posto del latte messo a bollire e i pesciolini d'oro.

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